Ossidazione dell’alluminio: principi e applicazioni
Ossidazione dell’alluminio: principi e applicazioni
Mar 15
L’alluminio è un materiale che al giorno d’oggi conosce pressoché infinite applicazioni, grazie ai suoi vantaggi che formano una combinazione che nessun altro metallo possiede: tra di essi ricordiamo in particolare l’elevato rapporto tra robustezza e peso, la malleabilità e l’elevata conducibilità, sia termica che elettrica, solo per citarne alcuni.
Al pari di altri metalli, tuttavia, anche l’alluminio può andare incontro alla corrosione e al deterioramento superficiale, ad esempio quando si trova in condizioni ambientali e climatiche “difficili” o quando entra a contatto con sostanze chimiche potenzialmente dannose per la sua integrità.
Per prevenire i deleteri fenomeni corrosivi è possibile agire d’anticipo effettuando trattamenti di ossidazione anodica, che consistono in pratica nell’ossidazione dell’alluminio grazie a cui si forma in superficie uno strato protettivo che sigilla l’oggetto proteggendolo a lungo nel tempo.
L’alluminio che costituisce il manufatto viene convertito, nella sua porzione superficiale, in ossidi che vantano apprezzabili proprietà di resistenza alla corrosione e all’usura meccanica oltre a un certo pregio estetico e una buona resistenza elettrica.
Tali vantaggi rendono l’ossidazione anodica il trattamento più usato per la protezione nel lungo periodo dei manufatti di alluminio; questa è inoltre una lavorazione molto versatile, in quanto può essere effettuata sulle più diverse tipologie di leghe. Fondamentale a livello operativo è la definizione dello spessore desiderato degli ossidi di alluminio, direttamente proporzionale alla resistenza del materiale.