In caso di incontinenza fecale, affidati alla chirurgia

Medico con paziente

Avete notato quanto parti del nostro corpo di dimensioni talvolta molto piccole sono associate a fastidi e dolori inversamente proporzionali alla loro grandezza? Basti pensare ad esempio a quanto possano essere irritanti dei tagli sui polpastrelli o a quali problemi causino dei piccoli calli sotto alla pianta del piede.

Un “fenomeno” simile è quello che riguarda la mancata continenza da parte dello sfintere anale, una parte anatomica di per sé di dimensioni molto piccole, ma che è in grado di causare ripercussioni anche gravi sull’intera qualità della vita di un individuo.

Questa grave forma di incontinenza, che può essere parziale o totale, ha cause differenti: ad esempio la vecchiaia è una delle principali, ma non bisogna dimenticare le lesioni che si verificano nella zona del pavimento pelvico durante il parto, le malattie neurologiche, i traumi fisici e altre patologie croniche, solo per citarne alcune.

La compromissione della capacità contenitiva dell’ano deve essere in ogni caso diagnosticata da un medico specialista, che potrà gettar luce sulle cause; solo conoscendole, infatti, si potrà impostare una cura adeguata e che possa essere realmente risolutiva.

Qualora il problema fosse di lieve entità, esistono percorsi di riabilitazione fisica che possono riportare alla normalità o comunque migliorare notevolmente la situazione; nei casi di incontinenza fecale più gravi, si tende a privilegiare invece l’approccio chirurgico effettuando, ad esempio, l’intervento mininvasivo secondo la metodica THD® GateKeeper.

Desideri saperne di più? Rivolgiti con fiducia al tuo medico di base o proctologo di riferimento.

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