L’ossidazione anodica per l’igiene dei manufatti metallici

Alluminio nella tavola periodica

Gli oggetti che vengono a contatto con gli alimenti all’interno delle industrie che producono cibi e bevande devono sempre essere in condizioni igieniche impeccabili al fine di assicurare la massima salubrità dei prodotti.

In questi contesti industriali l’impiego di agenti chimici e fisici per la sterilizzazione è all’ordine del giorno, ma non sarebbe molto meglio si potesse contare su superfici che già da sole si oppongono all’insediamento dei microorganismi?

Si sono posti questa domanda i ricercatori della Cornell University e del Rensselaer Polytechnic Institute, che hanno messo a punto un’innovativa tecnologia che consente di creare oggetti in metallo (alluminio) destinati agli impieghi alimentari che esercitano un’azione repulsiva nei confronti delle cellule batteriche.

Sfruttando i processi di ossidazione anodica sull’alluminio i ricercatori hanno creato sui manufatti dei pori dell’ordine di grandezza di alcuni nanometri che modificano la carica elettrica e il potenziale energetico presenti sul metallo. A loro volta queste proprietà impediscono alle cellule batteriche di “attaccarsi” alla superficie e perciò evitano la formazione di biofilm di organismi come ad esempio i pericolosi Escherichia coli e Listeria monocytogenes.

Questi micropori sono di dimensioni estremamente piccole, intorno ai 15 nanometri; per fare un paragone, un comune foglio di carta è spesso addirittura 100 mila nm. La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale Biofouling, apre le strade a nuovi sviluppi delle tecnologie al servizio della produzione alimentare e non solo.

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