Record Prezzo Oro con la Cina che Traina i Mercati

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Il prezzo oro vola e supera il record storico ancora una volta, un fatto che negli ultimi mesi si è ripetuto più di una volta e che vede la Cina come una dei fattori di rialzo principali nonostante il gigante asiatico faccia riferimento dalla quotazione dell’oro di Shangai ormai da diversi anni.
Per il resto del mondo la quotazione ufficiale è quella che viene stabilità quotidianamente a Londra ed è quella a cui fanno riferimento i mercati italiani compreso quello delle attività compro oro.
Secondo quanto riportano varie agenzie, la richiesta cinese ha mantenuto una costante solidità per diversi trimestri, con la banca centrale cinese che ha incrementato considerevolmente le sue riserve di lingotti.
È una corsa inarrestabile quella dell’oro: oggi sul mercato di New York, i prezzi spot dei lingotti hanno raggiunto i 2.265,73 dollari l’oncia, in crescita dell’1,6% rispetto alla chiusura di giovedì scorso. Per il prezioso metallo, questo segna un nuovo record assoluto che aggiorna una serie di massimi registrati nelle ultime sessioni, con un grammo d’oro che ora vale 79,9 dollari o, se preferiamo, 73,4 euro.
Ma perché questo improvviso aumento di prezzo dell’oro e perché sembra destinato a proseguire? Gli operatori di mercato attribuiscono slancio a questo rally alle indicazioni che suggeriscono un imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, il tutto in un contesto in cui il prezzo è già sostenuto dalle tensioni geopolitiche internazionali e dalla crescente domanda di mercato, soprattutto dalla Cina, nelle ultime settimane. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, la domanda cinese è rimasta robusta per diversi trimestri, con la banca centrale cinese che ha aumentato notevolmente le sue riserve di lingotti, effettuando acquisti per tutti gli ultimi 16 mesi. Inoltre, l’acquisto di oro sta diventando sempre più popolare tra i giovani cinesi.
Ma non è solo la Cina ad accumulare oro: già all’inizio dell’anno, il World Gold Council, l’associazione che raggruppa le principali aziende minerarie aurifere, aveva registrato un ulteriore aumento delle riserve auree dopo che a gennaio, per l’ottavo mese consecutivo, erano stati effettuati acquisti netti per 39 tonnellate di metallo prezioso. Forti acquisti sono stati registrati soprattutto da Cina, India, Turchia e Russia.
L’oro, da sempre, è considerato un bene rifugio verso cui gli investitori, sia piccoli che grandi, si orientano specialmente durante periodi di instabilità geopolitica, una tendenza alimentata ulteriormente dai tre anni di guerra in Ucraina e dalla crisi a Gaza nelle ultime settimane. Inoltre, come già accennato, la prospettiva di un imminente taglio dei tassi di interesse (più probabile negli Stati Uniti, ma possibile anche in Europa più avanti, probabilmente a giugno) rende più allettanti anche altre forme di investimento come le azioni (e non è un caso che le Borse abbiano registrato notevoli rialzi ultimamente) e anche l’oro. In questa fase, l’oro beneficia di tutti quei fattori che solitamente sostengono i prezzi, spingendoli verso nuovi record assoluti.

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